Home » Sprechi natalizi nel retail alimentare: sfide e soluzioni

Sprechi natalizi nel retail alimentare: sfide e soluzioni

di Annarita Cacciamani
cover-sprechi
A Natale il retail alimentare vive uno dei periodi più intensi dell’anno. Panettoni, cioccolatini, biscotti e snack confezionati affollano gli scaffali per soddisfare una domanda concentrata in poche settimane. 

Dietro l’apparente successo delle vendite festive si nasconde un problema strutturale: ogni anno, secondo ECR Retail Loss, oltre un miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato, con un costo stimato superiore ai 90 miliardi di euro lungo la filiera.

Questi numeri non riguardano solo lo spreco materiale: ogni prodotto invenduto genera costi aggiuntivi per logistica, gestione del magazzino, sconti e smaltimento. Per i retailer, l’invenduto rappresenta un “costo invisibile” che incide direttamente sui margini, e nel settore dolciario le conseguenze economiche possono arrivare fino all’1,8% del fatturato. Anche piccole eccedenze, in un mercato globale da oltre 500 miliardi di euro, diventano quindi un impatto significativo.

interna-SPRECHI

Photo: Freepik

Le strategie per gestire le eccedenze

Non sorprende che le aziende stiano sempre più adottando approcci strutturati per affrontare il problema. La gestione delle eccedenze non è più vista come un obbligo emergenziale, ma come una leva strategica per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e rafforzare la sostenibilità. Ogni prodotto fermo in magazzino rappresenta un costo finanziario, un rischio operativo e una perdita di valore. Approcci strutturati permettono di ribaltare questa logica: trasformare l’eccedenza in opportunità concreta genera benefici economici e ambientali lungo tutta la filiera.

Tra le strategie più diffuse troviamo la mangimistica animale, che permette di trasformare prodotti dolciari invenduti in ingredienti sicuri e nutrienti per i mangimi, riducendo l’uso di materie prime vergini e i costi di smaltimento. Le donazioni a enti benefici rappresentano un’altra soluzione efficace, con vantaggi sociali e ambientali. Alcune aziende scelgono invece di reimmettere sul mercato le eccedenze tramite outlet o promozioni dedicate, oppure di trasformarle in nuovi prodotti o ingredienti secondari, valorizzando risorse altrimenti perse. Infine, gli scarti non utilizzabili a fini alimentari possono essere convertiti in compost o bioenergie, chiudendo il cerchio della circular economy.

interna1-sprechi

Photo: Freepik

Trasformare l’invenduto da problema a risorsa

In Italia, solo il 43% delle aziende misura le eccedenze che produce, ma tra queste cresce l’adozione di pratiche di valorizzazione e recupero. Anche strumenti digitali basati su intelligenza artificiale aiutano a prevedere la domanda e ottimizzare la gestione delle scorte, riducendo ulteriormente il rischio di invenduti.

Il messaggio è chiaro: ridurre gli sprechi natalizi non significa solo risparmiare, ma rafforzare la competitività e la resilienza dell’intera filiera. Un invenduto gestito con strategie intelligenti può trasformarsi da problema a risorsa concreta, con benefici economici, sociali e ambientali. E, in un periodo come quello delle feste, rappresenta anche un’occasione per dimostrare che il retail può contribuire a un modello di consumo più sostenibile e responsabile.

 

Photo cover: Freepik / wavebreakmedia_micro 

Ti potrebbe piacere