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Il Black Friday in Italia, fra pratiche scorrette e categorie più popolari

di Elisa Marasca
Nonostante le offerte limitate, gli italiani hanno speso circa 4 miliardi di euro. Ma i consumatori non sono ancora abbastanza tutelati.


Si è ormai diffuso anche in Italia il Black Friday, cioè le 24 ore di sconti successive al Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti, che si è esteso a una settimana o più di offerte e promozioni commerciali in tutto il mondo. Ci sono varie versioni sulla nascita di questo evento, ma la più riconosciuta lo associa al venerdì dopo il Ringraziamento del 1961 a Philadelphia, un giorno molto trafficato per le vie dello shopping, dove i negozi offrivano sconti temporanei fino all’80%. Il nero sarebbe tristemente associato allo smog causato dal traffico sulle strade. Ma, tornando al presente, com’è andato quest’anno in Italia?

Innanzitutto, prima che iniziassero gli sconti (il giorno era il 24 novembre) era già noto che le offerte sarebbero state limitate, cioè non oltre il 10 o 20% nei negozi, secondo vari studi e ricerche come quelli di Altroconsumo e Sole24Ore. Nonostante ciò, la spesa degli italiani è aumentata del 15% rispetto al 2022, raggiungendo circa 4 miliardi di euro per l’intero periodo delle offerte, iniziato il 17 novembre. Secondo un’ulteriore indagine di Confcommercio, infatti, il 60% degli italiani ha partecipato allo shopping durante il Black Friday. Il 57% ha acquistato abbigliamento, il 44,7% prodotti elettronici ed elettrodomestici, mentre il 35% ha optato per calzature e cosmetici. Le categorie più popolari sono state quelle tecnologiche, anche se con sconti non particolarmente alti. Principalmente giovani sotto i 34 anni e donne ne hanno approfittato. 

Attenzione alle pratiche scorrette

Il Black Friday di quest’anno, tra l’altro, è stato il primo dall’entrata in vigore in Italia della Direttiva UE 2019/2116, conosciuta anche come “Direttiva Omnibus”: questa norma ha stabilito una serie di obblighi per chi offre beni o servizi, inclusi quelli digitali, nell’Unione Europea. E ha esteso l’elenco delle pratiche commerciali considerate sleali, per esempio: la Dual quality (pubblicità che promuove un bene come identico a uno venduto in altri Stati membri, ma che ha una composizione significativamente diversa); la classificazione dei beni o servizi basata su ricerche online senza trasparenza sui criteri di classificazione e senza chiarire influenze pubblicitarie o accordi commerciali con il fornitore; l’indicazione di recensioni da parte di utenti non verificate o non corrispondenti alla realtà; l’invio o la pubblicazione di recensioni false.

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Photo: Pexels / Tuur Tisseghem

QPoint, la piattaforma di price intelligence per il monitoraggio multicanale di prezzi e assortimenti, e l’Istituto Ricerche di mercato e Price Intelligence QBerg hanno confrontato i prezzi delle offerte che riportavano una meccanica di “Sconto/Prezzo promozionale” nel giorno del Black Friday, con il prezzo minimo che il sito ha praticato nei 30 giorni precedenti. Sul totale delle osservazioni, ben 57.703, pari al 16% complessivo, non rispettavano la normativa, presentando uno sconto il venerdì del Black Friday, ma avendo registrato un prezzo minimo inferiore nei 30 giorni precedenti.

La categoria con più informazioni scorrette è stata quella del piccolo elettrodomestico. «Vuoi per l’ampiezza della categoria, che include ben 32 famiglie sottostanti, vuoi per la più bassa battuta media di cassa, vuoi per l’enorme numero di marche e modelli che affollano questa categoria, sicuramente è più difficile anche per il consumatore avere un confronto che porti ad una scelta mirata e consapevole prima dell’acquisto», si legge nell’analisi di QBerg.

 

Photo cover: Pexels / Nataliya Vaitkevich

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